Storia

I PRIMI… CHILOMETRI

La nostra storia affonda le sue radici nel 1953 quando i fratelli Lancini iniziarono l’attività di trasportatori con un vecchio residuato dell’esercito americano: un camion GMC con motore Chevrolet e ponte Dodge, un miscuglio di vari pezzi messi insieme con tanta buona volontà.

«Era sempre rotto – racconta Giuseppe Lancini – così mio fratello Vincenzo aveva allestito nel piazzale davanti a casa una sorta di officina all’aperto per il “pronto intervento” e per garantirci lo svolgimento del nostro lavoro».

Allora i trasporti riguardavano soprattutto materiale per l’edilizia, sabbia e mattoni, e si svolgevano prevalentemente in ambito locale.

Nel 1958 Giuseppe e Vincenzo riuscirono a comprare un altro camion, più recente ma sempre usato. Era un Fiat 666N7, il primo modello con motore a iniezione diretta, una vera novità per l’epoca.

Dopo un anno gli aggiunsero un rimorchio, ma questo era talmente vecchio e pieno di attriti che il camion faceva fatica a trainarlo vuoto.

Furono costretti a cambiarlo dopo qualche mese. 
Nel 1961 acquistarono un Fiat 682 allestito però con la cabina di legno dalla Carba di Brescia; bella a vedersi ma piena di spifferi: d’inverno arrivavano a casa la sera con le sopracciglia imbiancate dal ghiaccio!

 

IL CAMBIO DI MARCIA

Così sono arrivati agli inizi degli anni Sessanta: “…Lavoravamo da dieci anni, avevamo due camion, ma anche più debiti che guadagni. Era più il tempo che passavamo a riparare i veicoli malandati che non a viaggiare; e meno male che Vincenzo è sempre stato un appassionato meccanico”.

Fu allora che decisero di comprare dei veicoli nuovi: un Fiat 682 per Vincenzo e un Lancia Esagamma per Giuseppe. Praticamente per qualche anno su quei camion trascorsero più tempo che a casa: per pagare le cambiali viaggiavano sempre!

Erano quegli gli anni del boom economico e nelle valli bresciane si stava sviluppando una fiorente industria siderurgica, il famoso tondino.

In particolare a Vobarno, il loro paese natio, si insediò uno stabilimento della Falck, a quei tempi la più importante acciaieria d’Europa.

Fu la svolta della loro storia imprenditoriale. L’attività dei fratelli Lancini si legò totalmente al trasporto dei semilavorati d’acciaio per i quali si effettuarono viaggi prima su base nazionale e poi internazionale.

Per meglio rispondere alla consistente domanda di trasporto delle aziende siderurgiche locali, nel 1969 Giuseppe Lancini fondò un Consorzio, di cui era il Presidente, con altri 13 “padroncini” locali, costituendo una flotta di 26 camion.

Furono anni di grande sviluppo ma, quando l’armonia all’interno del sodalizio cominciò a venir meno, Lancini preferì dimettersi e, sempre con il fratello Vincenzo, fondò una società tutta sua: era il 1973 e nasceva la Trailer.

LA NUOVA ROTTA

Fin dall’inizio i due fratelli scommisero sulle grandi opportunità che offriva il cabotaggio marittimo.
«Così – spiega Lancini – mentre molti altri nostri colleghi si buttavano sui trasporti su gomma verso l’Europa, noi preferimmo privilegiare l’intermodalità utilizzando le navi».

All’inizio lavorarono in sinergia con importanti case di spedizione e, un po’ alla volta, capirono quali erano le modalità e le opportunità offerte da questi servizi.

Nei primi anni Settanta c’era molto traffico per la Libia, che in quel periodo con i petrodollari conosceva un momento di grande espansione. Poi quando questo mercato sfumò, puntarono sulla Grecia e sulle altre nazioni del Mediterraneo.

Sfruttando l’esperienza che si erano costruiti anno dopo anno, misero a punto dei servizi su misura per le esigenze dei loro clienti, aprendo anche delle filiali nei pressi dei principali porti del nord Italia, inizialmente a Chioggia e Marghera, più recentemente anche a Piombino, nel 2007 a La Spezia e successivamente a Ravenna.

 

UN’AZIENDA ORMAI “NAVIGATA”

Può sembrare strano che dei montanari come loro abbiano creduto nel mare, ma è proprio così.

Per rispondere al meglio alle necessità dei clienti (che anche oggi sono per la maggior parte industrie siderurgiche) la Trailer ha iniziato a noleggiare intere navi e attivare una sorta di “groupage” marittimo.
«Oggi – spiega Lancini – siamo noi a indicare i tempi di consegna alle acciaierie, fornendo loro il programma di partenza della navi dai porti e la disponibilità di carico».

Viene comunicato con largo anticipo alle acciaierie il cancello, cioè i giorni in cui la nave carica, in questo modo il cliente può programmare la produzione.

Questo consente di offrire tariffe molto favorevoli, che permettono ai clienti di essere competitivi sui mercati mediterranei anche nei confronti di paesi come la Turchia, dove il costo della manodopera è inferiore.

Nei viaggi d’andata portiamo il prodotto finito, al ritorno le materie prime per la lavorazione. 
Nell’ambito di questa esperienza abbiamo sviluppato con le medesime modalità, cioè con il noleggio di interi treni, una fiorente attività intermodale con la ferrovia.

Trailer è dunque un’organizzazione capillare e perlopiù familiare. Infatti in azienda è impegnata anche la sorella Adriana, ma è soprattutto la seconda generazione ad aver dato grande impulso all’attività intermodale.

Tuttavia i camion, che hanno segnato la prima parte della storia della Trailer, rivestono anche oggi un ruolo centrale: lo dimostrano gli oltre 100 trattori e 400 semirimorchi che compongo la flotta aziendale.

Del resto il collegamento tra le acciaierie e i porti e dai porti di arrivo alla consegna della merce si svolge ancora tutto su gomma, e continua a rivestire un ruolo fondamentale nella catena logistica organizzata dalla Trailer.